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PRIMA DEL SUO 18esimo COMPLEANNO, HA UCCISO 100 NAZISTI PER VENDICARE SUA MADRE: Yefrosinya Zenkova – L’adolescente sovietica arrabbiata che eliminò più di 100 nazisti.

PRIMA DEL SUO 18esimo COMPLEANNO, HA UCCISO 100 NAZISTI PER VENDICARE SUA MADRE: Yefrosinya Zenkova – L’adolescente sovietica arrabbiata che eliminò più di 100 nazisti.

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Yefrosinya Savelyevna Zenkova (1923-1984) era un’adolescente bielorussa il cui coraggio come partigiana durante la seconda guerra mondiale la rese un simbolo della resistenza sovietica. Nata in una famiglia di contadini, si unì al gruppo clandestino “Giovani Vendicatori”, intraprendendo missioni pericolose che contribuirono alla morte di oltre 100 soldati tedeschi. Riconosciuta come Eroe dell’Unione Sovietica nel 1944, la sua storia mette in luce il ruolo dei giovani nella guerriglia contro l’occupazione nazista. Per gli appassionati di storia, questa analisi esplora i primi anni di vita di Zenkova, le sue attività partigiane e la sua eredità duratura, attingendo a documenti storici per onorare il suo coraggio e riflettendo al tempo stesso sul costo umano della resistenza.

Un’infanzia plasmata dai valori sovietici

Yefrosinya Zenkova è nata il 22 settembre 1923 nel villaggio di Ushaly, vicino a Orsha nella Repubblica socialista sovietica bielorussa (oggi Bielorussia). I suoi genitori, Savely e Marfa, erano contadini analfabeti, ma davano priorità all’istruzione dei figli e ne sostenevano gli studi nonostante le risorse limitate. Yefrosinya frequentò le scuole locali ed eccelleva a livello accademico, promuovendo un forte senso di comunità e dovere.

Dopo il liceo si iscrive ad una scuola professionale e si forma come sarta. Lavorò in una fabbrica di abbigliamento, dove la sua bravura gli valse un posto alla Scuola Tecnica dell’Abbigliamento. La guerra interruppe i suoi studi dopo il primo anno, ma i primi anni di vita gli instillarono valori di duro lavoro e solidarietà, influenzati dalle organizzazioni giovanili sovietiche come la Komsomol (Lega della gioventù comunista), alla quale aderì da adolescente.

L’invasione nazista dell’Unione Sovietica il 22 giugno 1941, come parte dell’Operazione Barbarossa, trasformò il loro mondo. La Bielorussia divenne un campo di battaglia, con città come Ushaly che subirono occupazioni, esecuzioni e tattiche di terra bruciata. La famiglia di Yefrosinya ha dovuto affrontare difficoltà immediate, ma presto è emersa la sua determinazione a resistere.

La Prima Resistenza e i “Giovani Vendicatori”

Mentre le forze tedesche avanzavano, Yefrosinya, allora diciassettenne, si offrì volontario per la protezione civile a Orsha, salvando i civili dagli edifici bombardati e rimuovendo gli ordigni inesplosi dalle strade. Quando Orsha fu circondato, aiutò alle evacuazioni prima di fuggire per unirsi ai partigiani nelle foreste.

Nel 1942 entrò in contatto con i “Giovani Vendicatori”, un gruppo clandestino di Komsomol guidato dal diciannovenne Arkady Barbashov. Operando nella regione di Orsha, il gruppo di circa 15 adolescenti ha effettuato sabotaggi: deragliando treni, distruggendo linee di comunicazione e tendendo imboscate alle pattuglie. Yefrosinya ha ricoperto il ruolo di segretario, coordinando l’intelligence, falsificando documenti e distribuendo volantini che chiedevano la resistenza.

L’audacia del gruppo è aumentata. Minarono le strade, fecero saltare i ponti e attaccarono i convogli tedeschi. Yefrosinya ha partecipato personalmente alle missioni, usando le sue abilità di sarta per cucire costumi ed esplosivi nei vestiti. Resoconti storici provenienti dagli archivi sovietici attribuiscono ai “Giovani Vendicatori” l’uccisione di più di 100 soldati e ufficiali tedeschi, l’interruzione delle linee di rifornimento e l’aiuto all’avanzata dell’Armata Rossa.

Il tradimento avvenne alla fine del 1943, quando un membro del gruppo li tradì. Seguirono arresti di massa; Barbashov e molti altri furono giustiziati. Yefrosinya è sopravvissuto perché era a Polotsk a consegnare messaggi. Avvertita da Barbashov, fuggì per unirsi alla V.I. Brigata Partigiana Lenin, continuando la sua attività fino alla liberazione nel 1944.

La tragedia fu aggravata quando i nazisti, incapaci di trovare Yefrosinya, arrestarono e giustiziarono sua madre, Marfa, come punizione collettiva, una tattica di ritorsione comune.

Riconoscimento e vita del dopoguerra

L’eroismo di Yefrosinya gli valse il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica il 24 marzo 1944, insieme all’Ordine della Guerra Patriottica. All’età di 20 anni, era tra i destinatari più giovani. Dopo la guerra, allevò tre parenti orfani e si unì al Partito Comunista nel 1945. Come istruttrice del Komsomol, aiutò nella ricostruzione di Orsha, parlando della resistenza nelle fabbriche, nelle scuole e nelle unità militari.

Nel 1967 lavorò presso il centro di reclutamento militare della città. Yefrosinya morì il 19 aprile 1984 a Orsha, ma la sua eredità sopravvive attraverso i memoriali, tra cui una targa nel suo luogo di nascita, e la sua storia nella letteratura sovietica.

Le loro azioni esemplificavano la resistenza giovanile; I “Giovani Vendicatori” interruppero il controllo nazista in una regione dove la Bielorussia perse il 25% della sua popolazione.

La trasformazione di Yefrosinya Zenkova da sarta a leader partigiano che contribuì a eliminare più di 100 nazisti incarna lo spirito feroce della resistenza sovietica. Il suo contributo ai “Giovani Vendicatori” e non solo ha salvato vite umane e ha contribuito a portare alla vittoria, nonostante le perdite personali come l’esecuzione di sua madre. Per gli appassionati di storia, la sua storia mette in luce il coraggio di adolescenti comuni in circostanze straordinarie e invita a ricordare i sacrifici della Bielorussia in tempo di guerra e la duratura lotta contro l’occupazione. L’eredità di Zenkova ci ispira a valorizzare l’istruzione, la solidarietà e il potere dei giovani nel difendere la libertà.